Nome | D'Alferio, famiglia | |
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Altri nomi | De Alferiis | |
Titoli | signori di Castelpetroso (inizio XIV sec. - metà XV sec.) | |
Data e luogo di nascita | ||
Data e luogo di morte | ||
Città | ||
Cenni biografici | Famiglia di primissimo piano ampiamente radicata nel patriziato isernino fin dal XIII secolo che fondò il proprio successo sull’esercizio del sapere giuridico al servizio della Corona. Infatti Alferio nel 1301 fu inviato in Provenza da Carlo II in qualità di giudice insieme a Riccardo Monforte; rimase in Francia per circa sei anni e, tornato nel Regno, fu dapprima nominato regius consiliarius nel 1307, poi giudice della Gran Corte della Vicaria e docente nello Studium Neapolitanum nel 1310 e infine maestro razionale; nel 1322 era ancora in Provenza su ordine di re Roberto e durante il soggiorno i suoi feudi furono occupati e usurpati (Masciotta 1952, 321; Mattei 1978, II, 50; Caggese 1922, I, 465; Viti 1972, 64). La sua carriera burocratica innescò il processo di nobilitamento della famiglia che si espresse nella progressiva, quanto irreversibile, acquisizione di beni fondiari e feudali: nel 1312 ebbe in dono da Roberto la terza parte del castello di Pizzuto; nel 1316 acquistò un’altra parte dello stesso castello da Nicola di Boccafoglia; possedeva Roccavarallo, comprata da Pietro Gambatesa; nel 1319 acquistò dalla vedova di Andrea d’Isernia Castelpetroso, che la famiglia mantenne fino alla metà del XV secolo (Di Rocco 2009, 114); fu signore della «Villa di Castel Pagano, di Rocca de Ulmeto e di Castelluccio» (Ciarlanti 1644, IV, 387). In merito ai suoi tre figli: Nicola gli successe nei beni feudali; Ruggero sposò Maria, sorella di Pietro de Cornay, signore di Forlì del Sannio; Bernardo fu consiliarius e familiaris della regina Giovanna I (Mattei 1978, II, 51). Un secondo Alferio, da Ciarlanti (1644, IV, 405) associato alla stirpe dei signori di Castelpetroso, fu consiliarius di Carlo III e fidelis della dinastia durazzesca. Alla metà del XV sec. Castelpetroso, concessa da Alfonso il Magnanimo a Francesco Pandone, conte di Venafro, da quest’ultimo fu lasciata in eredità nel 1457 al figlio Pandolfo, insieme alle terre di Pizzone, Castellone, Castelnuovo, Scapoli e Carpinone (Morra 1985, 24). Un paio d’anni dopo, durante la prima fase della guerra tra Ferrante d’Aragona e Giovanni d’Angiò, si verificò un tentativo di recupero del castrum da parte di Tommaso d’Alferio che, con il sostegno della popolazione, occupò la rocca di Castelpetroso; Ferrante intervenne a favore di Pandone il 9 luglio ingiungendo a Enrichetto de Fusco, signore di Muro, di occupare il villaggio e la rocca per restituirli al legittimo barone con la facoltà di minacciare di morte e di confische l’occupante e i suoi sostenitori (Caetani 1929, 179). Una parente di Tommaso, Covella d’Alferio, sposò il nobile Cristoforo Mancino di Venafro, fratello del vescovo Antonio; giovane, morì nella stessa città nel febbraio del 1458 e fu sepolta nella cappella, all'interno della Cattedrale, di patronato della famiglia del marito che predispose la committenza di un affresco per onorarne la memoria. Un ramo della famiglia è attestato anche ad Alife; tra il XIII e il XV sec. furono espressi due ordinari diocesani Alferio de Alferis, che resse la cattedra alifana tra il 1252 e il 1254, e Giovanni d’Alferio, che governò la diocesi tra il 1389 e il 1412 (Eubel 1913, 84). | |
Legami con altre persone o famiglie | de Cornay (XIV sec); Pandone (XV sec.); Mancino di Venafro (XV sec.). | |
Committenza/Produzione di opere letterarie | ||
Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte | La tradizione erudita locale, nel descrivere la religiosità di Alferio, associa al nome di quest’ultimo la fondazione del convento di S. Chiara intorno alla metà degli anni Settanta del XIII secolo (Valente 1982, 315). Nel XIV sec. ad Alife i d’Alferio commissionarono la costruzione della chiesa di S. Maria Maddalena e nel 1390 il vescovo Giovanni consacrò un oratorio, costruito a sue spese (Ciarlanti 1644, IV, 407). | |
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | ||
Monumenti funebri o celebrativi | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti manoscritte | ||
Bibliografia | Caetani Regesta: Gelasio Caetani, Regesta chartarum, IV, Firenze 1929.
Caggese 1922: Romolo Caggese, Roberto d’Angiò e i suoi tempi, I-II, Firenze 1922-1930.
Ciarlanti 1644: Giovanni Vincenzo Ciarlanti, Memorie historiche del Sannio, Isernia 1644.
Di Rocco 2009: Gabriella Di Rocco, Castelli e borghi murati della Contea di Molise, Firenze 2009.
Eubel 1913: Konrad Eubel, Hierarchia catholica Medii aevi sive summorum pontificum, S.R.E. cardinalium, ecclesiarum antistitum series, I, Monasterii 1913.
Masciotta 1952: Giovanni Battista Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni. Il circondario di Isernia, III, Napoli 1952.
Mattei 1978: Antonio Mattei, Storia d’Isernia, I-III, Napoli 1978.
Morra 1985: Gennaro Morra, Una dinastia feudale. I Pandone di Venafro, Campobasso 1985.
Valente 1982: Franco Valente, Isernia: origine e crescita di una città, Campobasso 1982.
Viti 1972: Angelo Viti, Note di diplomatica ecclesiastica sulla contea di Molise dalle fonti delle pergamene capitolari di Isernia, Napoli 1972. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Luigi Tufano | |
Data di compilazione | 05/05/2016 21:50:40 | |
Data ultima revisione | 06/01/2019 21:00:17 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/274 |